2021/2022 Natura Sonorum

Natura Sonorum. Questo titolo vuole riferirsi tanto all’esplorazione variegata del repertorio musicale quanto al suo rovesciamento, come sorgente sonora proveniente dalla natura, dal mondo circostante o, più precisamente da ciò che fa scaturire le emozioni dell’ascolto, quell’ambito misterioso che riguarda le nostre reazioni e l’apprendimento dei messaggi musicali nelle diverse epoche.
Se la natura dei suoni è ineffabile per definizione, il suono della natura è stato sempre imitato e trasfigurato dai compositori. Possiamo esplorare i fenomeni acustici ma essi si depositano nelle nostre coscienze, nella nostra memoria e quindi sono in continua trasformazione, non riducibili a categorie storiche e tantomeno stilistiche.
L’apertura con il Prélude di Debussy, un’opera che proviene dall’Ottocento ma prefigura irreversibilmente il secolo successivo, simboleggia proprio questo: il suono diventa immagine mentale e la percezione acustica diventa a sua volta visione metafisica.
Una delle particolarità di questa nuova Stagione concertistica, la cui collocazione da gennaio a giugno risponde ai recuperi forzati imposti dalla pandemia, risiede nella presenza di brani inconsueti, nonostante in questi anni abbiamo sperimentato in lungo e in largo le peripezie più inaudite, soprattutto del Novecento: di ciò ringrazio con affetto e struggimento il nostro pubblico che le ha seguite appassionandosi con insaziabile curiosità.
Dopo l’inaugurazione, prevista l’8 gennaio con Abbado, il percorso toccherà opere e artisti nuovi o di gradito ritorno, a partire dai direttori di levatura internazionale come l’israeliano Yaniv Dinur, i polacchi Antoni Wit e Josef Kaspszyk, i tedeschi Schellenberger, Kunert e Poppen, l’italiano Benedetti Michelangeli.
Molti i solisti chiamati a confrontarsi con un repertorio di grande appeal: oltre, finalmente, al Terzo di Bartók con Federico Colli e al Secondo di Brahms con Filippo Gorini, avremo una nutrita presenza di violoncellisti come Clein (Saint-Saëns), Worlitzsch (Dvo?ák), Sollima (Schumann) e Hornung (Brahms), quindi il ritorno di Carolin Widmann per il Concerto di Schumann e Schellenberger per la nuova edizione del Concerto di Strauss, da lui stesso curata e interpretata.
L’Orchestra di Padova e del Veneto invita dunque il suo pubblico a immergersi nei suoni e nella loro natura, a scrutare il vasto, illimitato orizzonte degli eventi musicali.

Marco Angius
Direttore musicale e artistico
Illustrazione: Sonia Ligorio, L’orchestra della natura

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