Comunicati

Tre domande ad Andrea Marcon

07 Apr 2015

Tra i numerosi impegni internazionali, il direttore d’orchestra, organista e clavicembalista Andrea Marcon debutterà sul podio di OPV venerdì 10 aprile all’Auditorium Pollini (ore 20.45) con un programma dedicato alle tre ultime grandi Sinfonie di Wolfgang Amadeus Mozart. Nato a Treviso nel 1963, Andrea Marcon si è dedicato in particolare all’approfondimento della prassi esecutiva storicamente informata presso la Schola Cantorum di Basilea, una delle più prestigiose scuole musicali europee. Dopo aver conseguito il Primo premio in due dei massimi concorsi organistici internazionali, quello di Bruges e il “Paul Hofhaimer” di Innsbruck, ha iniziato una carriera che col passare del tempo lo ha portato ad essere uno degli interpreti di riferimento della musica italiana del Seicento e del Settecento. Da diversi anni collabora in veste di direttore con importanti orchestre moderne, e come direttore d’opera soprattutto all’estero.
Per l’occasione ha gentilmente risposto ad alcune nostre domande.

Maestro Marcon, pur lavorando solitamente con orchestre con strumenti originali, lei ha diretto prestigiose orchestre ‘moderne’ come i Berliner Philharmoniker, la Bayerische Radio Sinfonieorchester, la Mahler Chamber Orchestra: ha trovato difficoltà nel rapportarsi con gli strumentisti applicando una prassi esecutiva “storicamente informata” e nel modificare modelli interpretativi in qualche caso sedimentati?
Dipende solo ed esclusivamente dalla volontà e dalla storia delle varie orchestre. L’interesse e la volontà di rivisitare/reinterpretare capolavori del ‘700 e del primo ‘800 sotto una nuova luce è sempre più attuale anche nelle orchestre moderne. Si stanno ritrovando un po’ alla volta anche dei grandi capolavori barocchi come le Messe e Passioni di Bach o gli Oratori di Haendel affidando la direzione musicale a mani sicure ed esperte nel settore. Una rilettura consapevole di questo repertorio non può che riflettersi poi in modo positivo anche in quello sinfonico di Mozart, Haydn, Beethoven e Schubert.

Il 10 aprile dirigerà OPV nelle ultime sinfonie di Mozart, sintesi del classicismo. Come si pone, a partire dalla sua esperienza con il barocco, in rapporto a questo programma?
È importante conoscere quanto è stato scritto prima di Mozart per comprenderne a fondo l’audacia, l’innovazione, il linguaggio. Questo processo è sempre fondamentale per capire lo spirito e l’estetica di un compositore, la comprensione dei tempi, delle articolazioni, dei fraseggi e delle dinamiche è certamente utile una approfondita conoscenza del repertorio strumentale e operistico del ‘700. Inoltre, per affrontare le Sinfonie di Mozart, è imprescindibile la conoscenza del teatro mozartiano. Mozart era in primis un compositore d’opera: lo possiamo leggere e “vedere” nelle sue lettere, era assolutamente ossessionato, oserei dire posseduto, dal mondo del teatro d’opera.

Secondo i dati Istat solo il 9,3% degli italiani ha partecipato ad un concerto di musica classica nell’ultimo anno, un dato preoccupante rispetto alla media europea. Che antidoto consiglierebbe, alla luce della sua esperienza internazionale?
L’evoluzione culturale di un Paese si misura anche da questi dati disarmanti. Se l’Italia è stata la culla della Musica e dal 1500 al 1850, oggi abbiamo raggiunto il gradino più basso in assoluto soprattutto se ci confrontiamo con la Germania, Francia, Austria o con la stessa Spagna. Abbiamo chiuso teatri e orchestre, trasmesso il messaggio che la musica classica non è importante nella vita di un uomo. La musica non è nozionismo ma, al pari della letteratura e dell’arte, nutrimento dell’anima e della mente. Se manca la volontà politica di cambiare direzione andrà sempre peggio. La preparazione musicale dei nostri politici? Forse nemmeno sanno chi sia Claudio Monteverdi… Nel giro di pochi anni l’attuale situazione cambierebbe radicalmente se si ponesse come obiettivo semplicemente il piacere di saper ascoltare, cantare, suonare uno strumento e “far musica” assieme agli altri.

In programma le ultime tre Sinfonie di Mozart (K 543, K 550, K 551) per le quali si parla solitamente di un “testamento spirituale” mozartiano del genere sinfonia che, pur salvaguardando le specifiche peculiarità di ciascuna, le presenta come un unico grande affresco creativo. Esse nacquero infatti tutte nel giro di pochi mesi estivi del 1788 (in realtà 45 giorni, dal 26 giugno al 10 agosto!), uno dei periodi più tormentati dell’esistenza del compositore, deluso per il debole successo viennese del Don Giovanni e trasferitosi in una casa alla periferia di Vienna a causa delle ristrettezze economiche. Mozart probabilmente contava di poter fare eseguire le tre Sinfonie, e forse anche per questo fu così veloce nello scriverle, ma il desiderio non si realizzò mai durante la sua vita, circondando questa estrema produzione di un’aura di mistero.

Il concerto sarà preceduto dalla prova generale aperta al pubblico del 10 aprile alle ore 10.30, sempre al Pollini.
Biglietti: concerto 8-22€, prova generale 3-7€.
Info: www.opvorchestra.it, tel. 049 656848.

Biglietti

  • INTERO € 20
  • RIDOTTO UNDER 35 € 20

I biglietti sono in vendita online su WEBtic e dal 15 marzo anche presso Gabbia Dischi (via Dante 8, Padova). Si precisa che i posti non sono numerati: la scelta del posto nella pianta risponde esclusivamente ad una esigenza di carattere tecnico e non è in alcun modo vincolante.


  • TOPICS
  • Concerto di Primavera

© Orchestra di Padova e del Veneto, tutti i diritti riservati - Privacy Policy - Cookie Policy