Recensioni

Piotr Anderszewski a Padova

18 Mar 2010

Della speciale affinità tra il talento di Piotr Aderszewski e il linguaggio musicale mozartiano si è già scritto molto, e giustamente: pochi interpreti attuali possono vantare una pari capacità nell’affrontare, al contempo con rispetto filologico e originalità, le pagine di un autore la cui apparente limpidezza è talvolta sin troppo facile da fraintendere.

Pochi interpreti, inoltre, possono permettersi tanta personalità ed autorevolezza nella lettura di Mozart ad un’età ancora relativamente giovane, smentendo così il luogo comune – certo non privo di fondamento – per cui le pagine del salisburghese, e specialmente quelle pianistiche, preferirebbero un esecutore di avanzata maturità. Brillante di un forte carisma, oltre che di profondità artistica, il Mozart di Anderszewski ascoltato dal vivo non fa in realtà desiderare minimamente alcun più anziano sostituto dell’interprete. Le esecuzioni padovane dei concerti K. 453 e K. 456 possono, senza timore, essere accostate ai risultati del miglior Alfred Brendel: eppure, non si deve assolutamente parlare di emulazione, bensì – al massimo – di virtuose affinità.

Il K. 453 rimane particolarmente impresso nella memoria. La parte orchestrale, innanzitutto, viene letta con un rigore elegante, che riesce a non sacrificare nulla della leggerezza fluida del periodare mozartiano. All’ingresso del pianoforte, tuttavia, il contesto sonoro si trasforma. Inizialmente, ci si convince –semplicisticamente- che tutto sia merito del tocco di Anderszewski: la tavolozza timbrica è ricchissima, pur rimanendo sempre entro i colori del classicismo più tradizionale. Di certo, la fine ed incessante calibrazione del tocco è ciò che contribuisce in massima parte alle qualità magnetiche dell’esecuzione: diventa quasi impossibile distogliere l’attenzione dal solista, benché questi mantenga un atteggiamento esecutivo di completa sobrietà e concentrazione. Arrivati allo sviluppo del primo movimento, si inizia però a cogliere quello che è il valore aggiunto dell’interpretazione di Anderszewski, che va al di là della mera fascinazione acustica. Questo Mozart vive di struttura, e non di puro suono: l’architettura della composizione è la base reale su cui si appoggia il pianista per dare energia alla sua coinvolgente lettura. La chiave per descrivere la prospettiva di Anderszewski, e l’elemento propulsivo con cui si fa vivere il K. 453 (ed anche il K. 456, che pure sembra alla fine leggermente meno intenso), alla fine non sembra essere il suono, ma il silenzio. Non è questa, come potrebbe parere, un’affermazione retorica: Anderszewski, di fatto, cerca negli snodi della forma mozartiana, nelle suture tra le grandi sezioni del discorso o tra le piccole articolazioni delle frasi, occasioni per costruire attese. La lettera del compositore non viene mai tradita, ma i momenti in cui la musica si sospende, aspettando una risposta che prosegua il discorso, paiono sempre prolungati di un impercettibile istante. Si ha quasi la sensazione di un’ostensione in controluce dei concerti, che fa scoprire tra le pieghe ordinate del classicismo una trama scura ed inquieta. È in questo senso, che si potrebbe parlare di un parallelismo tra Brendel e Anderszewski : in più, però, il pianista polacco sfrutta la riscoperta del sostrato “scuro” di Mozart per alimentare una tensione drammatica inarrestabile, quasi narrativa, che sembra talvolta sfiorare i terreni dell’opera lirica. L’idea è ambiziosa, ma completamente convincente.

Di alto valore anche l’esecuzione della Sinfonia n. 47 di Haydn, in apertura di serata. Matteo Scarpis dirige con gesto sicuro e pulito, trovando un giusto bilanciamento tra dinamismo aggraziato e saldezza della forma. Soltanto il Minuetto al roverso pare meno sciolto, ma l’espediente del palindromo musicale merita giustamente di essere rimarcato con ironica seriosità. Unico neo del programma, il Moz-art à la Haydn di Schnittke: non certo per via di Scarpis, nuovamente ottimo, né per l’Orchestra di Padova e del Veneto, che anzi si conferma una formazione dalle qualità uniche, in quanto a valore e versatilità. È proprio il brano in sé, a sembrare fuori posto: che si tratti di un omaggio al classicismo maturo è in realtà evidente, ma la maniera in cui si cerca un trait d’union tra Mozart e Haydn (facendo un centone di passi celebri mozartiani rivisitati con armonie “contemporanee”, mentre i musicisti deambulano sul palco e poi se ne vanno uno ad uno a imitazione della Sinfonia “degli Addii” haydniana) pare meccanica e perfino un po’ superficiale. Non aiuta la curata coreografia dei movimenti e delle luci: il tutto, anche perché incorniciato dalle esecuzioni fuori dell’ordinario di cui si è detto, ha infine qualcosa di freddo e poco convincente.

Marco Bellano, dalla rivista online NonSoloCinema, anno VI n. 6 – © 2009

Biglietti

  • INTERO € 20
  • RIDOTTO UNDER 35 € 20

I biglietti sono in vendita online su WEBtic e dal 15 marzo anche presso Gabbia Dischi (via Dante 8, Padova). Si precisa che i posti non sono numerati: la scelta del posto nella pianta risponde esclusivamente ad una esigenza di carattere tecnico e non è in alcun modo vincolante.


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Comunicati

Con Impara l’Arte “Danza la Musica”

08 Mar 2010

La nona edizione la Rassegna dedicata agli studenti universitari sarà incentrata sl rapporto tra musica e danza, dall’epoca d’oro dei Balletti Russi di Diaghilev alle esperienze contemporanee

Partirà il 16 marzo 2010 con un concerto dell’Orchestra di Padova e del Veneto (OPV) per proseguire fino a giugno con un fitto calendario di eventi la IX edizione di “Impara l’Arte”, il progetto dedicato agli studenti dell’Università promosso da Amici della Musica di Padova, Centro d’Arte degli Studenti dell’Università di Padova e Orchestra di Padova e del Veneto e sostenuto da E.S.U., Università di Padova e Comune di Padova.
L’edizione 2010 sarà incentrata sul tema della danza, con un omaggio ai “Balletti Russi” di Sergei Diaghilev (in occasione del centenario 1909-2009) e alle espressioni della danza contemporanea che in quella esperienza ebbero origine. Le musiche di Stravinskij, Debussy, Ravel, Satie, Debussy, ma anche degli italiani che scrissero per i “Balletti Russi” come Respighi, Tommasini e Rieti – tra titoli celebri (su tutti “La Sagra della Primavera” di Stravinskij) e partiture di rara esecuzione (“Barabau” di Rieti e “Le donne di buon umore” di Tommasini) – saranno al centro degli appuntamenti proposti dall’OPV e dagli Amici della Musica di Padova, nelle versioni orchestrali originali o nelle trascrizioni dell’epoca per organici da camera.

Cardine dell’edizione 2010 di Impara l’arte è la figura di Sergei Diaghilev (1872-1929), l’impresario e direttore della celebre compagnia dei Balletti Russi, che ebbe sede dapprima a Parigi e successivamente a Montecarlo. L’organico della compagnia comprendeva i migliori ballerini provenienti dai due teatri più importanti: il moscovita Teatro Bolshoi e il pietroburghese Teatro Mariinskij. L’intento iniziale di Diaghilev fu quello di esportare il tecnicismo e l’arte russa nell’Europa Occidentale, ma subito la genialità dell’artista, fusa con quella di artisti italiani, francesi e spagnoli, portò alla creazione di un’équipe composta dai più importanti personaggi dell’epoca del calibro, per citarne alcuni, di Pablo Picasso, Claude Debussy, Igor Stravinskij e Vaslav Nijinski. La grandiosa vitalità dei Balletti russi si fece strada attraverso i due decenni successivi, tanto che ivenne la più influente compagnia di balletto del XX secolo. Diaghilev commissionò musica da balletto a compositori quali Claude Debussy (“Jeux”, 1913), Maurice Ravel (“Daphnis et Chloé”, 1912), Erik Satie (“”, 1917), Richard Strauss (“Josephs-Legende”, 1914), Sergei Prokofiev (“Ala and Lolly”, rifiutata da Djagilev e trasformata nella “Scythian Suite”, e “Chout”), Ottorino Respighi (“La boutique fantastique” su musiche di Gioachino Rossini, 1918), Francis Poulenc (“Les Biches”, 1923), Manuel de Falla e altri ancora. Il suo coreografo, Mikhail Fokin, spesso adattò la musica per il balletto.
Orchestra di Padova e del Veneto, in particolare, proporrà per l’apertura della Rassegna (16 marzo 2010, Sala dei Giganti) l’esecuzione di due tra i più noti capolavori di Igor Stravinskij, “Apollon musagéte” e “Pulcinella”, con la direzione di DANIELE GIORGI, uno tra le più interessanti giovani bacchette italiane di oggi.
Stravinskij fu forse il compositore più importante per la collaborazione con Djagilev. A Pietroburgo quest’ultimo sentì i primi lavori per orchestra del giovane compositore, “Fuochi d’artificio” e “Scherzo Fantastico”, e ne fu tanto impressionato da chiedergli di arrangiare alcuni brani di Frédéric Chopin per i Balletti russi. Nel 1910 gli commissionò la prima partitura originale per i balletti: “L’uccello di fuoco”. Poco dopo seguirono “Petrushka” (1911) e “La sagra della primavera” (1913) e i due lavorarono insieme anche in “Pulcinella” (1920) e “Apollon musagéte” (1927).
Ai compositori italiani che lavorarono con Diaghilev e i Balletti Russi guarda invece l’appuntamento del 13 aprile 2010 (Auditorium Pollini) con l’OPV diretta dal maestro DIEGO DINI CIACCI e con la partecipazione del clavicembalista ROBERTO LOREGGIAN. In programma le rielaborazioni di Ottorino Respighi (1879-1936) e Vincenzo Tommasini (1878-1950) sulle partiture settecentesche di Domenico Cimarosa (Le astuzie femminili) e Domenico Scarlatti (Le donne di buon umore, sopra cinque sonate per clavicembalo) rispettivamente, insieme a uno dei più significativi titoli italiani concepiti per i Balletti Russi: “Barabau” di Vittorio Rieti (1898-1994).
Tre giovani ma già affermati musicisti veneti saranno i protagonisti di due appuntamenti proposti dagli Amici della Musica di Padova. Il pianista ALESSANDRO TAVERNA (che nel 2009 ha conquistato il podio nei prestigiosi Concorsi Pianistici Internazionali di Londra e Leeds), nato a Caorle nel 1983, proporrà (21 aprile 2010, Sala dei Giganti) alcune versioni pianistiche di musiche per il balletto composte da Manuel De Falla (“Il cappello a tre punte”), Erik Satie (“Jack in the box”) e Igor Stravinskij (“Tre movimenti da Petruska”), insieme ad alcuni dei brani di Frédéric Chopin (nell’anno del bicentenario dalla nascita) che lo stesso Stravinskij orchestrò per Diaghilev.
Il violinista DAVIDE DE ASCANIIS e il pianista DANIELE RINALDO, entrambi padovani, si cimenteranno invece (31 maggio 2010, Sala dei giganti) in alcuni brani del repertorio esecutivo che fu proprio di Stravinskij e di Samuel Dushkin, il violinista virtuoso al quale il compositore dedicò anche il celebre Concerto per violino: Danza russa (da “Petruska”), Prelude et Ronde des princesses, Berceuse, Scherzo (da “L’Uccello di fuoco”), Chanson russe (da Mavra), Suite italienne.
Tre grandi balletti, il “Prélude à l’après midi d’un faune” di Claude Debussy, “Dafni e Cloe” (suite n. 2) di Maurice Ravel e “La sagra della primavera” di Igor Stravinskij, saranno al centro del terzo concerto proposto dagli Amici della Musica di Padova (8 giugno 2010, Auditorium Pollini), che avrà per protagonista il BARTELLONI PIANO DUO (formato da LEONARDO BARTELLONI e CRISTIANA NICOLINI), tra le più interessanti formazioni pianistiche italiane del panorama concertistico.
Alla Modern Dance e nuova scuola di composizione americana anni ’50 e alle esperienze coreografiche contemporanee guarderanno invece i contributi proposti dal Centro d’Arte degli Studenti del’Università. L’intreccio tra ‘nuova musica’ e danza sarà indagato negli appuntamenti affidati a tre giovani nomi di spicco della danza contemporanea, quali AMBRA SENATORE (protagonista delle improvvisazioni di musica e danza di “MASSa” insieme al pianista MATTEW SHIPP, il 4 maggio alla Sala dei Giganti), SIMONA BERTOZZI (interprete di musiche di John Cage e Morton Feldman con la pianista DEBORA PETRINA, il 14 maggio 2010 alla Sala dei Giganti nello spettacolo dal titolo “New York, 1950”) e MARINA GIOVANNINI (sulla musica elettronica di LETIZIA RENZINI con “Misura”, giovedì 27 maggio 2010 al Teatro alle Maddalene).

Appuntamento di assoluto rilievo all’interno del cartellone di Impara l’Arte è l’anteprima di un frammento di “Aria”, il nuovo spettacolo del direttore della Biennale Danza, ISMAEL IVO, realizzata in collaborazione con due realtà di eccellenza quali La Biennale di Venezia e Prospettiva Danza Teatro 2010 promossa dal Comune di Padova con la direzione artistica di LAURA PULIN.
Con la musica tanto profonda quanto rarefatta di “Fratres” di Arvo Pärt, eseguita dal vivo dall’Orchestra di Padova e del Veneto, la performance si ispira al tema dell’aria. “L’aria, che sviluppa il senso del respiro, è sorgente di movimento – scrive Ismael Ivo. (…) Si possono spostare masse d’aria riempiendole con il movimento e rendere visibile l’invisibile. L’aria è come una presenza impalpabile, un’ingannevole fantasmagoria, un gioco di desideri invisibili e di visibili emozioni”. La musica di Pärt, che accompagnerà i giovani ballerini dell’Arsenale della Danza, sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da MAFFEO SCARPIS (17 maggio 2010, Bastione Alicorno).

Dopo le straordinarie esperienze con Bruno Monsaingeon e Frank Scheffer, “Impara l’Arte” proseguirà con un nuovo omaggio ad un grande regista, con la ‘personale’ sull’opera di LARRY WEINSTEIN. Il regista canadese, tra i più affermati autori di documentari musicali, sarà a Padova ospite della Rassegna dal 26 al 29 aprile 2010 per un ciclo di incontri e proiezioni realizzato in collaborazione con MPX-Ufficio Cinema SAS ACEC, nei quali saranno presentati i film SEPTEMBER SONGS (1994), sulla musica di Kurt Weill, RAVEL’S BRAIN (2000), documentario su Ravel e sulla tragica malattia al cervello che lo portò alla morte, SHADOWS AND LIGHT (1993) documentario su Joaquin Rodrigo in occasione del suo 90° compleanno, CONCIERTO DE ARANJUEZ (1993), il leggendario concerto per chitarra eseguito da Pepe Romero, THE WAR SYMPHONIES: SHOSTAKOVICH AGAINST STALIN (1997), sulle Sinfonie di Guerra di Shostakovich, BURNT TOAST (2005), otto mini opere ambientate ai nostri giorni, con libretto e musica originale e TOOTHPASTE (2001), un’operina in sei minuti su “chi ha lasciato aperto il tubetto del dentifricio” con musica di Alexina Louie e libretto di Dan Redican, con Mark McKinney e il soprano Barbara Hannigan.

A completamento del programma della Rassegna due conferenze intorno al rapporto tra musica e danza saranno proposte dagli Amici della Musica di Padova e affidate due specialisti del calibro di RENATO BOSSA (24 marzo 2010, Aula A del Liviano) e PATRIZIA VEROLI (20 aprile 2010, Aula Calfura di Palazzo Maldura).

Biglietti: interi da €5 a €8, ridotti speciali studenti €3
Per informazioni: giovani@opvorchestra.it

Biglietti

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I biglietti sono in vendita online su WEBtic e dal 15 marzo anche presso Gabbia Dischi (via Dante 8, Padova). Si precisa che i posti non sono numerati: la scelta del posto nella pianta risponde esclusivamente ad una esigenza di carattere tecnico e non è in alcun modo vincolante.


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