Mese: Marzo 2010
Della speciale affinità tra il talento di Piotr Aderszewski e il linguaggio musicale mozartiano si è già scritto molto, e giustamente: pochi interpreti attuali possono vantare una pari capacità nellaffrontare, al contempo con rispetto filologico e originalità, le pagine di un autore la cui apparente limpidezza è talvolta sin troppo facile da fraintendere.
Pochi interpreti, inoltre, possono permettersi tanta personalità ed autorevolezza nella lettura di Mozart ad unetà ancora relativamente giovane, smentendo così il luogo comune certo non privo di fondamento per cui le pagine del salisburghese, e specialmente quelle pianistiche, preferirebbero un esecutore di avanzata maturità. Brillante di un forte carisma, oltre che di profondità artistica, il Mozart di Anderszewski ascoltato dal vivo non fa in realtà desiderare minimamente alcun più anziano sostituto dellinterprete. Le esecuzioni padovane dei concerti K. 453 e K. 456 possono, senza timore, essere accostate ai risultati del miglior Alfred Brendel: eppure, non si deve assolutamente parlare di emulazione, bensì al massimo di virtuose affinità.
Il K. 453 rimane particolarmente impresso nella memoria. La parte orchestrale, innanzitutto, viene letta con un rigore elegante, che riesce a non sacrificare nulla della leggerezza fluida del periodare mozartiano. Allingresso del pianoforte, tuttavia, il contesto sonoro si trasforma. Inizialmente, ci si convince semplicisticamente- che tutto sia merito del tocco di Anderszewski: la tavolozza timbrica è ricchissima, pur rimanendo sempre entro i colori del classicismo più tradizionale. Di certo, la fine ed incessante calibrazione del tocco è ciò che contribuisce in massima parte alle qualità magnetiche dellesecuzione: diventa quasi impossibile distogliere lattenzione dal solista, benché questi mantenga un atteggiamento esecutivo di completa sobrietà e concentrazione. Arrivati allo sviluppo del primo movimento, si inizia però a cogliere quello che è il valore aggiunto dellinterpretazione di Anderszewski, che va al di là della mera fascinazione acustica. Questo Mozart vive di struttura, e non di puro suono: larchitettura della composizione è la base reale su cui si appoggia il pianista per dare energia alla sua coinvolgente lettura. La chiave per descrivere la prospettiva di Anderszewski, e lelemento propulsivo con cui si fa vivere il K. 453 (ed anche il K. 456, che pure sembra alla fine leggermente meno intenso), alla fine non sembra essere il suono, ma il silenzio. Non è questa, come potrebbe parere, unaffermazione retorica: Anderszewski, di fatto, cerca negli snodi della forma mozartiana, nelle suture tra le grandi sezioni del discorso o tra le piccole articolazioni delle frasi, occasioni per costruire attese. La lettera del compositore non viene mai tradita, ma i momenti in cui la musica si sospende, aspettando una risposta che prosegua il discorso, paiono sempre prolungati di un impercettibile istante. Si ha quasi la sensazione di unostensione in controluce dei concerti, che fa scoprire tra le pieghe ordinate del classicismo una trama scura ed inquieta. È in questo senso, che si potrebbe parlare di un parallelismo tra Brendel e Anderszewski : in più, però, il pianista polacco sfrutta la riscoperta del sostrato scuro di Mozart per alimentare una tensione drammatica inarrestabile, quasi narrativa, che sembra talvolta sfiorare i terreni dellopera lirica. Lidea è ambiziosa, ma completamente convincente.
Di alto valore anche lesecuzione della Sinfonia n. 47 di Haydn, in apertura di serata. Matteo Scarpis dirige con gesto sicuro e pulito, trovando un giusto bilanciamento tra dinamismo aggraziato e saldezza della forma. Soltanto il Minuetto al roverso pare meno sciolto, ma lespediente del palindromo musicale merita giustamente di essere rimarcato con ironica seriosità. Unico neo del programma, il Moz-art à la Haydn di Schnittke: non certo per via di Scarpis, nuovamente ottimo, né per lOrchestra di Padova e del Veneto, che anzi si conferma una formazione dalle qualità uniche, in quanto a valore e versatilità. È proprio il brano in sé, a sembrare fuori posto: che si tratti di un omaggio al classicismo maturo è in realtà evidente, ma la maniera in cui si cerca un trait dunion tra Mozart e Haydn (facendo un centone di passi celebri mozartiani rivisitati con armonie contemporanee, mentre i musicisti deambulano sul palco e poi se ne vanno uno ad uno a imitazione della Sinfonia degli Addii haydniana) pare meccanica e perfino un po superficiale. Non aiuta la curata coreografia dei movimenti e delle luci: il tutto, anche perché incorniciato dalle esecuzioni fuori dellordinario di cui si è detto, ha infine qualcosa di freddo e poco convincente.
Marco Bellano, dalla rivista online NonSoloCinema, anno VI n. 6 – © 2009
Biglietti
- INTERO € 20
- RIDOTTO UNDER 35 € 20
I biglietti sono in vendita online su WEBtic e dal 15 marzo anche presso Gabbia Dischi (via Dante 8, Padova). Si precisa che i posti non sono numerati: la scelta del posto nella pianta risponde esclusivamente ad una esigenza di carattere tecnico e non è in alcun modo vincolante.
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- Concerto di Primavera
La nona edizione la Rassegna dedicata agli studenti universitari sarà incentrata sl rapporto tra musica e danza, dall’epoca d’oro dei Balletti Russi di Diaghilev alle esperienze contemporanee
Partirà il 16 marzo 2010 con un concerto dellOrchestra di Padova e del Veneto (OPV) per proseguire fino a giugno con un fitto calendario di eventi la IX edizione di Impara lArte, il progetto dedicato agli studenti dellUniversità promosso da Amici della Musica di Padova, Centro dArte degli Studenti dellUniversità di Padova e Orchestra di Padova e del Veneto e sostenuto da E.S.U., Università di Padova e Comune di Padova.
Ledizione 2010 sarà incentrata sul tema della danza, con un omaggio ai Balletti Russi di Sergei Diaghilev (in occasione del centenario 1909-2009) e alle espressioni della danza contemporanea che in quella esperienza ebbero origine. Le musiche di Stravinskij, Debussy, Ravel, Satie, Debussy, ma anche degli italiani che scrissero per i Balletti Russi come Respighi, Tommasini e Rieti tra titoli celebri (su tutti La Sagra della Primavera di Stravinskij) e partiture di rara esecuzione (Barabau di Rieti e Le donne di buon umore di Tommasini) saranno al centro degli appuntamenti proposti dallOPV e dagli Amici della Musica di Padova, nelle versioni orchestrali originali o nelle trascrizioni dellepoca per organici da camera.
Cardine delledizione 2010 di Impara larte è la figura di Sergei Diaghilev (1872-1929), limpresario e direttore della celebre compagnia dei Balletti Russi, che ebbe sede dapprima a Parigi e successivamente a Montecarlo. L’organico della compagnia comprendeva i migliori ballerini provenienti dai due teatri più importanti: il moscovita Teatro Bolshoi e il pietroburghese Teatro Mariinskij. L’intento iniziale di Diaghilev fu quello di esportare il tecnicismo e l’arte russa nell’Europa Occidentale, ma subito la genialità dell’artista, fusa con quella di artisti italiani, francesi e spagnoli, portò alla creazione di un’équipe composta dai più importanti personaggi dell’epoca del calibro, per citarne alcuni, di Pablo Picasso, Claude Debussy, Igor Stravinskij e Vaslav Nijinski. La grandiosa vitalità dei Balletti russi si fece strada attraverso i due decenni successivi, tanto che ivenne la più influente compagnia di balletto del XX secolo. Diaghilev commissionò musica da balletto a compositori quali Claude Debussy (“Jeux”, 1913), Maurice Ravel (“Daphnis et Chloé”, 1912), Erik Satie (“”, 1917), Richard Strauss (“Josephs-Legende”, 1914), Sergei Prokofiev (“Ala and Lolly”, rifiutata da Djagilev e trasformata nella “Scythian Suite”, e “Chout”), Ottorino Respighi (“La boutique fantastique” su musiche di Gioachino Rossini, 1918), Francis Poulenc (“Les Biches”, 1923), Manuel de Falla e altri ancora. Il suo coreografo, Mikhail Fokin, spesso adattò la musica per il balletto.
LOrchestra di Padova e del Veneto, in particolare, proporrà per lapertura della Rassegna (16 marzo 2010, Sala dei Giganti) lesecuzione di due tra i più noti capolavori di Igor Stravinskij, “Apollon musagéte” e “Pulcinella”, con la direzione di DANIELE GIORGI, uno tra le più interessanti giovani bacchette italiane di oggi.
Stravinskij fu forse il compositore più importante per la collaborazione con Djagilev. A Pietroburgo questultimo sentì i primi lavori per orchestra del giovane compositore, “Fuochi d’artificio” e “Scherzo Fantastico”, e ne fu tanto impressionato da chiedergli di arrangiare alcuni brani di Frédéric Chopin per i Balletti russi. Nel 1910 gli commissionò la prima partitura originale per i balletti: “L’uccello di fuoco”. Poco dopo seguirono “Petrushka” (1911) e “La sagra della primavera” (1913) e i due lavorarono insieme anche in “Pulcinella” (1920) e “Apollon musagéte” (1927).
Ai compositori italiani che lavorarono con Diaghilev e i Balletti Russi guarda invece lappuntamento del 13 aprile 2010 (Auditorium Pollini) con lOPV diretta dal maestro DIEGO DINI CIACCI e con la partecipazione del clavicembalista ROBERTO LOREGGIAN. In programma le rielaborazioni di Ottorino Respighi (1879-1936) e Vincenzo Tommasini (1878-1950) sulle partiture settecentesche di Domenico Cimarosa (Le astuzie femminili) e Domenico Scarlatti (Le donne di buon umore, sopra cinque sonate per clavicembalo) rispettivamente, insieme a uno dei più significativi titoli italiani concepiti per i Balletti Russi: “Barabau” di Vittorio Rieti (1898-1994).
Tre giovani ma già affermati musicisti veneti saranno i protagonisti di due appuntamenti proposti dagli Amici della Musica di Padova. Il pianista ALESSANDRO TAVERNA (che nel 2009 ha conquistato il podio nei prestigiosi Concorsi Pianistici Internazionali di Londra e Leeds), nato a Caorle nel 1983, proporrà (21 aprile 2010, Sala dei Giganti) alcune versioni pianistiche di musiche per il balletto composte da Manuel De Falla (“Il cappello a tre punte”), Erik Satie (“Jack in the box”) e Igor Stravinskij (“Tre movimenti da Petruska”), insieme ad alcuni dei brani di Frédéric Chopin (nellanno del bicentenario dalla nascita) che lo stesso Stravinskij orchestrò per Diaghilev.
Il violinista DAVIDE DE ASCANIIS e il pianista DANIELE RINALDO, entrambi padovani, si cimenteranno invece (31 maggio 2010, Sala dei giganti) in alcuni brani del repertorio esecutivo che fu proprio di Stravinskij e di Samuel Dushkin, il violinista virtuoso al quale il compositore dedicò anche il celebre Concerto per violino: Danza russa (da “Petruska”), Prelude et Ronde des princesses, Berceuse, Scherzo (da “LUccello di fuoco”), Chanson russe (da Mavra), Suite italienne.
Tre grandi balletti, il “Prélude à laprès midi dun faune” di Claude Debussy, “Dafni e Cloe” (suite n. 2) di Maurice Ravel e “La sagra della primavera” di Igor Stravinskij, saranno al centro del terzo concerto proposto dagli Amici della Musica di Padova (8 giugno 2010, Auditorium Pollini), che avrà per protagonista il BARTELLONI PIANO DUO (formato da LEONARDO BARTELLONI e CRISTIANA NICOLINI), tra le più interessanti formazioni pianistiche italiane del panorama concertistico.
Alla Modern Dance e nuova scuola di composizione americana anni 50 e alle esperienze coreografiche contemporanee guarderanno invece i contributi proposti dal Centro dArte degli Studenti delUniversità. Lintreccio tra nuova musica e danza sarà indagato negli appuntamenti affidati a tre giovani nomi di spicco della danza contemporanea, quali AMBRA SENATORE (protagonista delle improvvisazioni di musica e danza di “MASSa” insieme al pianista MATTEW SHIPP, il 4 maggio alla Sala dei Giganti), SIMONA BERTOZZI (interprete di musiche di John Cage e Morton Feldman con la pianista DEBORA PETRINA, il 14 maggio 2010 alla Sala dei Giganti nello spettacolo dal titolo “New York, 1950”) e MARINA GIOVANNINI (sulla musica elettronica di LETIZIA RENZINI con “Misura”, giovedì 27 maggio 2010 al Teatro alle Maddalene).
Appuntamento di assoluto rilievo allinterno del cartellone di Impara lArte è lanteprima di un frammento di “Aria”, il nuovo spettacolo del direttore della Biennale Danza, ISMAEL IVO, realizzata in collaborazione con due realtà di eccellenza quali La Biennale di Venezia e Prospettiva Danza Teatro 2010 promossa dal Comune di Padova con la direzione artistica di LAURA PULIN.
Con la musica tanto profonda quanto rarefatta di “Fratres” di Arvo Pärt, eseguita dal vivo dallOrchestra di Padova e del Veneto, la performance si ispira al tema dellaria. Laria, che sviluppa il senso del respiro, è sorgente di movimento scrive Ismael Ivo. (
) Si possono spostare masse daria riempiendole con il movimento e rendere visibile linvisibile. Laria è come una presenza impalpabile, uningannevole fantasmagoria, un gioco di desideri invisibili e di visibili emozioni. La musica di Pärt, che accompagnerà i giovani ballerini dellArsenale della Danza, sarà eseguita dal vivo dallOrchestra di Padova e del Veneto diretta da MAFFEO SCARPIS (17 maggio 2010, Bastione Alicorno).
Dopo le straordinarie esperienze con Bruno Monsaingeon e Frank Scheffer, Impara lArte proseguirà con un nuovo omaggio ad un grande regista, con la personale sullopera di LARRY WEINSTEIN. Il regista canadese, tra i più affermati autori di documentari musicali, sarà a Padova ospite della Rassegna dal 26 al 29 aprile 2010 per un ciclo di incontri e proiezioni realizzato in collaborazione con MPX-Ufficio Cinema SAS ACEC, nei quali saranno presentati i film SEPTEMBER SONGS (1994), sulla musica di Kurt Weill, RAVEL’S BRAIN (2000), documentario su Ravel e sulla tragica malattia al cervello che lo portò alla morte, SHADOWS AND LIGHT (1993) documentario su Joaquin Rodrigo in occasione del suo 90° compleanno, CONCIERTO DE ARANJUEZ (1993), il leggendario concerto per chitarra eseguito da Pepe Romero, THE WAR SYMPHONIES: SHOSTAKOVICH AGAINST STALIN (1997), sulle Sinfonie di Guerra di Shostakovich, BURNT TOAST (2005), otto mini opere ambientate ai nostri giorni, con libretto e musica originale e TOOTHPASTE (2001), unoperina in sei minuti su chi ha lasciato aperto il tubetto del dentifricio con musica di Alexina Louie e libretto di Dan Redican, con Mark McKinney e il soprano Barbara Hannigan.
A completamento del programma della Rassegna due conferenze intorno al rapporto tra musica e danza saranno proposte dagli Amici della Musica di Padova e affidate due specialisti del calibro di RENATO BOSSA (24 marzo 2010, Aula A del Liviano) e PATRIZIA VEROLI (20 aprile 2010, Aula Calfura di Palazzo Maldura).
Biglietti: interi da 5 a 8, ridotti speciali studenti 3
Per informazioni: giovani@opvorchestra.it
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