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Anderszewski, Voyageur intranquille

29 Ott 2009

In occasione del concerto con Piotr Anderszewski l’OPV promuove la “première” italiana per l’ultima fatica cinematorafica (2008) di Bruno Monsaingeon, “Piotr Anderszewski. Voyageur intranquille”, affascinante “road-movie” dedicato al pianista polacco, già premiato come miglior ritratto al Festival International du Film sur l’ART (FIFA) di Montreal (marzo 209). L’appuntamento è per mercoledì 4 novembre alle ore 21.00 al Cinema MPX (via Bonporti, 22), presenti in sala il regista e il pianista.

Mercoledì 4 novembre ore 21.00
Padova, Multisala MPX (via Bonporti, 22)

“Piotr Anderszewski. Voyageur intranquille”
di Bruno Monsaingeon

Francia-Polonia, 2008, 85’
Produzione: Idéale Audience

Golden FIPA at Biarritz – Gennaio 2009
Premio per il miglior film-documentario al Festival Internazionale dei Film d’Arte di Montreal – Marzo 2009

Prima proiezione della versione italiana alla presenza di Bruno Monsaingeon e Piotr Anderszewski in occasione del concerto del Maestro Anderszewski con l’Orchestra di Padova e del Veneto

Otto anni dopo le “Variazioni Diabelli”, Bruno Monsaingeon – autore dei noti film-documentari su Glenn Gould e Sviatoslav Richter – torna a collaborare con Piotr Anderszewski.
“Voyageur intranquille” è il titolo dell’ultima fatica (2008) del regista francese, che dedica al celebre pianista un originale “road-movie” lungo l’itinerario di una tournée attraverso l’Ungheria, la Polonia e la Germania (con tappe a Parigi e Lisbona, città amate e vissute da Anderszewski), alternando alle riprese dei concerti del tour ai momenti privati sulla carrozza ferroviaria che, attrezzata per l’occasione con un pianoforte a coda, è stata la casa dove il pianista ha suonato, cucinato, ricevuto amici.
Numerose e penetranti le osservazioni del pianista. Sul Flauto magico di Mozart: «Non conosco una musica più triste e più gioiosa, più glaciale, tenebrosa e luminosa, più divina e impertinente. Deliziosa impertinenza mozartiana!» Sulla musica di Brahms: «E Brahms rimane una fortezza. Una fortezza del classicismo, del contrappunto e del rigore, valori che comunque mi toccano enormemente». Sulle performance dal vivo: «Quando mi confronto con l’estrema solitudine del récital, con l’eroismo ma anche con la crudeltà che ne consegue, talvolta mi dico: mai più récitals, è troppo doloroso». Sulla sorte della sua città natale: « L’altra cosa che rimpiango è la distruzione di Varsavia. E’ qualcosa con cui ho molta difficoltà a convivere. Una intera civiltà assassinata».
Straordinario l’effetto complessivo, molto più significativo e convincente rispetto a una tradizionale videointervista: Monsaingeon sa costruire un sorprendente saggio visivo sul processo creativo, oltre che fornire uno splendido ritratto di Anderszewski, fatto di analisi e di auto-valutazioni critiche dei suoi punti di forza e di debolezza, come musicista e individuo.

Biglietti: interi €5, ridotti €3 (studenti e giovani fino a 30 anni e abbonati OPV)

Evento realizzato in collaborazione con MPX – Ufficio MPX SAS ACEC

Biglietti

  • INTERO € 20
  • RIDOTTO UNDER 35 € 20

I biglietti sono in vendita online su WEBtic e dal 15 marzo anche presso Gabbia Dischi (via Dante 8, Padova). Si precisa che i posti non sono numerati: la scelta del posto nella pianta risponde esclusivamente ad una esigenza di carattere tecnico e non è in alcun modo vincolante.

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Recensioni

L’Orchestra di Padova in chiave contemporanea

07 Ott 2009

Massimo Contiero firma sul Mattino di Padova la recensione del concerto alla Biennale di Venezia del 30 settembre scorso con musiche di Igor Stravinskij, Anton Webern, John Adams, Frank Zappa e la prima esecuzione assoluta di More objects with destinations (2009) del compositore svedese Ivo Nilsson.

L’Orchestra di Padova e del Veneto entra nel cartellone della Biennale Musica e questo pone le premesse per possibili collaborazioni future che tutti auspicano. Al Teatro alle Tese si è presentata con alla guida Renato Rivolta, direttore con grande esperienza nel repertorio contemporaneo. Il programma è ancorato a due capisaldi del Novecento, Stravinskij e Webern, di cui vengono rispettivamente eseguiti il Concertino (1952) e le Variazioni Sinfoniche (1940).
L’apertra è avvenuta con una prima esecuzione assoluta, <i>More objects with destinations</i>, del quarantenne compositore svedese Ivo Nilsson. Una prima versione ridotta del pezzo era destinata a un video per l’inaugurazione del Museum of Modern Arts di Stoccolma, il cui tema era l’ambiguità. Musicalmente essa è perseguita con contrappunti insistiti e fitti, in cui ogni sezione sembra muoversi in totale autonomia. Due facce diverse dell’America sono rappresentate da <i>Son of Chamber Symphony</i> di John Adams e <i>The Perfect Stranger</i> di Frank Zappa. Le disarmanti, ossessive ripetizioni del minimalista Adams, le sue stratificazioni per accumulazione trovano così contraltare nell’esplosione irregolare e creativa della musica dell’infuocato chitarrista rock. L’orchestra ha dimostrato un convincente grado di preparazione e forse solo in Webern poteva essere condotta ad un’interpretazione più intensa ed espressiva.

Massimo Contiero, Il Mattino, 2 ottobre 2009, p. 40

Biglietti

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Note d’interprete per Così fan tutte

05 Ott 2009

“E’ la fede delle femmine come l’araba fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa…”

Libretto devastante e musica sublime, quasi una contraddizione, ma raramente quanto nel “Così” la morbidezza del suono sottolinea la caducità dei sentimenti – e la cruda evidenza dello scorrere della “storia” scuote e sconvolge quelle sicurezze che gli stereotipi dell’Opera, come genere teatrale, offrono agli interpreti, siano essi cantanti, direttori registi, strumentisti.
Gli amori le amicizie la saggezza e, di contrasto, gli odii gli asti e le subdole manovre si capovolgono ad ogni scena col risultato che non si sa mai per chi “parteggiare” o, peggio, con chi identificarsi: dov’è il buono e dove è il cattivo? Forse Despina è tra i reprobi perché invidia le ragazze (“non è forse la mia come la vostra, o garbate signore?”) ma è anche vittima degli uomini che hanno segnato negativamente la sua vita… forse che i due ragazzi sono schiacciati dal tradimento delle due donne, ma non si tirano indietro nell’insidiare consciamente e approfittare della sorella della propria fidanzata, promessa sposa del migliore amico. E Alfonso è davvero il cinico manovratore dell’intrigo e manipolatore di anime o piuttosto (ma anche) il saggio istitutore che apre gli occhi alle due coppie cancellandone i sogni e spalancando le finestre sulla realtà della vita? E le COLPEVOLI? Cedono, è vero, subito alle lusinghe di due sconosciuti ma è anche vero che sono sottoposte a pressioni notevoli e che, forse, a quindici anni la costanza (mozartianamente sottolineando) non può essere una dote consolidata.
Dubbi, dubbi e interrogativi. Non certo per Mozart che scrive per questa partitura pagine indimenticabili (il terzetto “Soave sia il vento”) e anche divertendosi con una quasi tarantella napoletana nel Terzetto maschile delle risate (“e voi ridete”) o sottolineando con gli assolo dei corni ogni riferimento alle “corna” affettive ed effettive (duetto Dorabella-Guglielmo) o immaginarie e sognate (seconda aria di Fiordiligi).
La vera chiave della filosofia del “Così” sta però nella relazione Despina-Alfonso, là dove la serva rimprovera il filosofo: “Amor cos’è… gioia, piacer divertimento, allegria… non è più amor se incomodo diventa se invece di piacer nuoce e tormenta”. Alfonso un suo EX importante? Una liaison arrivata al dunque, interrotta per il terrore d’un legame serio e duraturo? I due cinici divenuti tali per mancanza di coraggio all’ultimo, decisivo gradino? Dubbi dubbi, fin dalla sinfonia con gli intrecci involuti dei legni e degli archi fino al falso lieto fine dove le originarie coppie si riformano. Unica certezza: nessuno più oserà giocare uno zecchino sui sentimenti reciproci… nel frattempo le emozioni di tutta una vita si susseguono nell’arco delle 24 ore, punto fermo drammaturgico della trilogia.
E’ una grande emozione grandissima tuffarsi in questo gioco turbinoso e pericoloso di sensazioni in musica: il proprio “personale” ne è sempre coinvolto, in ogni caso.
Cosa succederà a tutti noi nel prossimo surreale e quasi esoterico incontro con Don Giovanni a termine del ciclo che i giovani della Accademia di Santa Cecilia a Portogruaro stanno affrontando esaltati dalla bellezza della sfida? Già ora pronti al “Così” soffrono, ansiosi e stimolati, per Leporello, Elvira, Zerlina…

Claudio Desderi

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